Cappelline press
Cappelline
di Iaia Filiberti
Sabato 30 marzo – domenica 5 maggio 2019
Inaugurazione: sabato 30 marzo, ore 17.00
Palazzo Parasi, 28822 Cannobio (VB) – Lago Maggiore
Comunicato stampa
Palazzo Parasi propone, dal 30 marzo al 5 maggio 2019, una mostra personale dell’artista milanese Iaia Filiberti, Cappelline. Con quasi 50 opere che partono dalla fotografia come mezzo d’espressione, il progetto artistico vuole muovere da una riflessione personale dell’artista sul culto religioso. In un momento in cui tanto si riflette sul ruolo della religione nella società, Iaia Filiberti, – protagonista delle fotografie e, più in generale, di tutta la performance visiva – appositamente ritratta in tutta la sua femminilità, rende omaggio alla Madonna, inginocchiandosi di fronte alle sue icone, portando fiori alle cappelline di campagna e, talvolta, pulendo con cura le immagini votive a Lei dedicate. Un delicato confronto, da donna a donna, che l’artista costruisce con devoto amore, ponendosi controcorrente e in maniera antesignana rispetto a quella che è l’immagine più diffusa oggi della donna nell’arte contemporanea.
«È un gioco di sguardi incrociati, la storia punteggiata di rose e piccoli fiori e cornici variamente campestri – scrive Giulia Ceriani nel suo testo critico – che compone l’itinerario devoto di Iaia Filiberti tra le cappelline della Lombardia e del Piemonte. Composizioni minime e non innocenti che raccontano con la leggerezza di una cartolina e la sacralità di un mistero, il dialogo ininterrotto tra l’artista e l’icona religiosa. Tra la madre e la figlia, tra la Vergine e la mondana, tra la divinità, volta a volta altera, comprensiva, distante, folgorante o distratta, e Iaia che si fa piccola e si rannicchia, un poco più sotto».
Parte da questa riflessione, e da una necessità intimamente personale, il pellegrinaggio che Iaia Filiberti compie, in quasi due anni di spostamenti, dal gennaio 2017 all’ottobre 2018, nel territorio lombardo-piemontese, principalmente, alla ricerca delle “edicole” all’aperto del culto popolare della Madonna (cappelline) come pure delle icone mariane custodite nelle grandi chiese.
Tale “iter” non vuole essere per lei un reportage o la documentazione visiva di luoghi religiosi rinomati o sconosciuti, ma al contrario esso segue una mappa intimamente personale che si snoda attraverso i luoghi cari più amati da Iaia Filiberti: dal Lago Maggiore – il luogo del cuore dell’artista, tanto legato alle sue memorie d’infanzia – a chiese quali Santa Maria Segreta e Santa Maria del Carmine a Milano, città dove risiede. Seguendo questo personale fil rouge, Iaia Filiberti arriva al Sacro Monte di Varese, alla Certosa di Pavia, fino in Versilia, dove attualmente l’artista trascorre parte delle sue estati.
«Il lavoro che ne scaturisce – scrive Marina Mojana – non è un reportage fotografico tra splendide chiese, ma tra cappelline, edicole votive e grotte poco conosciute, poste in luoghi legati alla geografia esistenziale dell’artista: dalla Madonnina per Levo, tappa d’obbligo durante la passeggiata che faceva d’estate, in compagnia del padre e dei suoi cani da caccia, alla Madonna del Carmine di Milano dove, sotto una tempesta di neve, fu battezzato il suo secondogenito».
Non poteva che essere una sede espositiva sul Lago Maggiore, quale la storica costruzione di Palazzo Parasi a Cannobio, a ospitare per prima questo progetto artistico che vuole avere una natura itinerante e fare tappa in quegli stessi luoghi cari all’artista dove si trovano le cappelline che rappresenta.
Il percorso espositivo a Palazzo Parasi è composto da 41 fotografie, inquadrate dall’artista in importanti cornici dorate impreziosite da una decorazione fatta fare artigianalmente su ogni opera, selezionando una ricercata passamaneria. Le immagini, da semplici fotografie incorniciate, diventano così esse stesse oggetti votivi che – in questa trasposizione artistica – come cuori sacri, l’artista vuole donare alla Madonna.
A corredo delle opere visive, l’artista ha voluto selezionare brevi preghiere e brani letterari unendoli, come in un ricamo, ai lavori. Sono citazioni che maestri della storia della letteratura internazionale hanno dedicato ai luoghi rappresentati nelle sue fotografie, da Petrarca, al Bembo, Boccaccio, a Stendhal e Balzac, Montesquieu fino a Turgenev, Jung ed Hemingway.
Sempre seguendo il bisogno interiore dell’artista di confrontarsi con tematiche legate al culto religioso, a completare il percorso espositivo è l’inedito video Giovanni (10 minuti, idea e regia di Iaia Filiberti), che vede come protagonista un operatore del Cimitero Monumentale di Staglieno (Genova) mentre racconta, con appassionato, inaspettato e colto trasporto, la bellezza del luogo di culto in cui lavora.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Palazzo Parasi, edizioni Città di Cannobio con due testi firmati da Marina Mojana e da Giulia Ceriani.
IAIA FILIBERTI
Iaia Filiberti, spazia tra progetti installativi, illustrazione e video art nei quali si riconosce sempre, come filo conduttore, la sua cifra stilistica: finezza, eleganza ed essenzialità di rappresentazione, unite a una vena di indubbia ironia. Il suo sguardo sulla realtà è sempre di fuoco; ora esalta figure femminili dello star system presto dimenticate (cfr. Framed, 100 round trips to Hollywood, 2010), ora illumina vite di donne paladine e pioniere la cui rivoluzione non si è ancora compiuta (Nimby, 2016). Il lavoro a cui è strettamente legato il suo nome è Pepita, personaggio ideato nel 2001. Da allora tanti sono stati gli eventi che hanno permesso a Pepita di esprimersi nel mondo dell’arte con il suo piglio curioso, impavido, netto. Il più recente è Pepita Reloaded (2017): il personaggio femminile – grafico e fumettistico – dalle molte sfaccettature caratteriali, ammira in modo particolare Giovanna d’Arco e lo spirito dei cavalieri antichi; davanti a un popolo svilito e offeso, di fronte a nemici corrotti e crudeli non si scappa, ma si reagisce!
Nel 2017 Iaia Filiberti pubblica con Mondadori Electa il libro Seidimano, un volume che raccoglie 54 immagini a dittico di un mazzo di carte da lei inventato e organizzato con sapiente regia; è la trasposizione su carta di un’opera multimediale del 2016, un progetto ispirato alle sottili dinamiche del gioco di carte che diventa gioco di vita, tra finzione e realtà.
LO SPAZIO
La storica costruzione Palazzo Parasi a Cannobio, risalente al XIII secolo, ospita per primo la mostra di Iaia Filiberti. L’esposizione viene accolta nelle sue sale accuratamente restaurate per volere dell’Amministrazione Comunale, di concerto e sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Regione Piemonte. Si tratta di un imponente edificio che sorge a ridosso della Torre Comunale del XII secolo. Ai piani superiori sono stati realizzati gli spazi destinati alle manifestazioni culturali, uno dei quali è particolarmente interessante per il diretto contatto con le antiche capriate. Il piano terreno, un portico coperto con volte a botte, è attualmente sede del’Ufficio Turistico.
Palazzo Parasi si è messo in luce in questi anni nel mondo artistico contemporaneo per l’alto profilo della programmazione dal registro concettuale.
Si ringrazia Massimo Ciaccio e BIG Broker Insurance Group, Milano, per la sponsorizzazione tecnica.
INFO
Sede :
Palazzo Parasi, via Giovanola, Cannobio (VB) Lago Maggiore
www.cannobiocultura.it – info@cannobio4you.it – ufficiocultura@cannobio.net
tel. +39 0323 71212 / +738228
Orari di apertura:
giovedì e venerdì ore 10:30/12:30 – sabato ore 10:30/12:30-16:00/18:00
domenica ore 10:30/12:30
Apertura straordinaria:
Lunedì 22 Aprile 2019 (Pasquetta) 10:30/12:30
Ingresso gratuito
PRESS
Studio Battage, Milano | battage@battage.net | +39 02 38261753
Margherita Baleni | +39 347 4452374 | margherita.baleni@battage.net