other videos
Pepita is dead (testo di A. Madesani)
E’ un lavoro condotto con ironia e sottile amarezza.. Pepita si trova in un labirinto di specchi a dover lottare contro tutte le paure che si porta dentro da una vita, “drogata” di psicofarmaci; per lei, come per noi, e’ molto difficile distinguere la realtà da ciò che invece è mero frutto di una sua elaborazione psichica, in queste immagini rese attraverso gli specchi, la lente e ed il suo grande occhio. Pepita è una figura in bilico tra il maniacale ossessivo e l’adolescente arrabbiato, piena di vita e fantasia, libera e prigioniera, contemporaneamente adulta e bambina, affascinante e violenta. Si trasforma continuamente da bambina dispettosa con calze verde mela ed un paio di scarpette rosse, a donna fatale con ciglia finte ed abito da sera nero. Qual è la vera pepita? Non e’ dato saperlo.
personaenigma
personale di rebus, anagrammi, confronti, acrostici, cruciverba, indovinelli e domande irrisolte
testi di Elena del Drago e Lucio Bigi
Iaia Filiberti, artista particolarmente attenta alle disarmonie del vivere contemporaneo, ha voluto analizzare con uno strumento pressoché nuovo, non soltanto nel suo percorso, ma nella storia artistica tout court, l’enigmistica.
L’arte di comporre giochi che contengano nella propria struttura un mistero, per risolvere, o almeno riflettere, su alcuni misteri della nostra vita relazionale: rebus, anagrammi, acrostici, indovinelli e confronti come tappe di una moderna educazione sentimentale che lascia poco spazio ad illusioni romantiche di qualsiasi tipo.
Lady macbeth’ lunch ( testo di A. Trabucco)
Santa Caterina da Siena, la ragazza del XX secolo, la donna africana e Lady Macbeth. In un ambiente lussuoso e suggestivo le tre donne vengono invitate a pranzo da Lady M. Le commensali provano ad ingurgitare le pietanze, servite da un cameriere complice, senza riuscire a deglutire neppure una minima parte del cibo. La protagonista assiste. Ad una ad una, in una inarrestabile sequenza, stramazzano sul tavolo, sotto lo sguardo feroce di una Lady Macbeth compiaciuta del risultato ottenuto che, alzandosi, brinderà e vomiterà vino rosso.
Ecco! (testo di A. Madesani)
Atmosfera fredda , algida. Lo spazio è lungo e stretto. Insomma, ci troviamo in un ospedale che miracolosamente si e’ trasformato in un lugubre centro estetico oppure in una beauty farm senza alcuna speranza?
Wartenliste
Concedetevi un momento di relax, la tisaneria, la sala lettura, la vecchia stube accogliente, l’enoteca con i suoi vini selezionati ed anche una antica cappella sono a vostra disposizione. Mano di donna con vangelo,donna con gambe in vista che si mette il rossetto,donna che fuma, gambe che si allacciano il cinturino delle scarpe ,piedi che salgono le scale,donna che si aggiusta l’abito. Elegantissime in attesa di pregare, ognuna al suo posto, ordinatamente.
Mischiare la preghiera con il proprio pensiero, con un passaggio quasi logico.
Distrarsi,immersi in un’egoismo così accecante e quotidiano e non saperlo neppure riconoscerlo. Il tutto per delle banalità, piccole cose, piccole e tremendamente borghesi. Spiriti bassi che non volano alto e, dall’alto, chissà se si trova il tempo per ascoltare….
paradise lost (testo di S.Wolf)
Un cane, il mitico Ciclope, che esce dal sipario in un clima di teatralità che in tutti i casi appartiene sempre e comunque all’arte. Iaia Filiberti lavora sul reale servendosi a piene mani del surreale; il suo cane pensa ( o parla?), nelle sue obbligatorie e molteplici passeggiate, recitando i raffinatissimi pensieri di Montesquieu tratti dai frammenti del Saggio sul gusto. La perdita di assolutezza è assoluta; la poesia e il sottile humor di questo lavoro sono notevoli.
diversi modi di aprire la bocca (testo di Gabi Scardi)
Tre figure che rappresentano tre differenti situazioni: lo straniamento infantile, la metafora del suicidio mediante annegamento nella vasca da bagno di casa e l’identificazione con il mito della bocca più famosa del secolo, quella di Marilyn Monroe. Tre reazioni differenti a ciò che è oggettivamente volgare, una televendita gridata. L’artista analizza, attraverso una selezione di immagini molto curate, la natura dell’uomo e la diversità nella scelta che di fronte a situazioni definite, ci obblighiamo a fare. Talvolta, anche inconsapevolmente, quasi la nostra bocca, nel mutare angolazione, modificasse l’intera espressione del volto.